LEIBNIZ

LEIBNIZ BIOGRAFIA

 Leibniz nacque a Lipsia nel 1646 in una famiglia di giuristi e professori universitari. Fin da piccolo si dimostrò estremamente intelligente, imparando il latino e il greco. A soli 20 anni era già laureato in diritto. Prese quindi servizio presso l’arcivescovo di Magonza e arrivò ad essere consigliere del tribunale d’appello. Cominciò quindi a spostarsi in Germania e in tutta Europa con diversi incarichi tecnici, politici e come bibliotecario di diversi nobili. Nel 1670 scoprì il calcolo infinitesimale e fu il primo ad utilizzare gli integrali. Nel 1673 partì per Londra, dove presentò alla Royal Society il suo prototipo di calcolatrice meccanica. Leibniz ebbe grandissima importanza anche per il pensiero filosofico, soprattutto nell’ambito della metafisica. A lui si deve il concetto di monade, risolvendo il problema della filosofia cartesiana dell’interazione fra materia e pensiero. Leibniz sviluppò anche il sistema di conteggio binario. Svolse inoltre importanti missioni diplomatiche e fu consigliere di molti importanti personaggi politici. Nel 1698 si stabilì finalmente ad Hannover. Nel 1700 grazie a Federico III di Brandeburgo realizzò diversi progetti per la fondazione di una Accademia reale prussiana delle scienze, di cui Leibniz stesso fu il primo presidente. Nel 1704 a Dresda fondò l’omologa Accademia Sassone. In seguito fu il principale responsabile della fondazione delle accademie delle scienze di Vienna e San Pietroburgo.Morì nel 1716, ad Hannover. 

 PENSIERO 
 Secondo Leibniz, promotore di una visione dinamica della realtà, se è vero che nella natura tutto avviene meccanicamente, nello stesso tempo bisogna presupporre una dimensione ulteriore che ne rappresenta il fondamento: la forza viva. Quest'ultima costituisce l'essenza stessa delle sostanze individuali, che sono gli elementi costitutivi del reale. Nella Monadologia Leibniz identifica tali sostanze individuali con le "monadi". A differenza della materia cartesiana, la monade non è caratterizzata dall'estensione, bensì dal concetto di energia. Più precisamente, il filosofo definisce la monade come un atomo spirituale, un centro di forza privo di estensione, indivisibile, indissolubile (solo Dio, che l'ha creata, la può annientare). Le monadi, infinite per numero, sono una diversa dall'altra per le proprietà che presentano. Esse, inoltre, sono prive di "finestre", e dunque non comunicano tra loro. Tuttavia, Leibniz spiega l'attività delle monadi in analogia con quella dell'anima umana e le considera dotate di capacità "rappresentativa" (sono come specchi in cui si riflette tutta la realtà). In particolare, le monadi possiedono due modalità di conoscenza: la percezione e l'appercezione; la prima è «lo stato interiore della monade che si rappresenta le cose esterne», mentre la seconda è «la coscienza o conoscenza riflessa di quello stato interno». Le varie monadi differiscono per il diverso grado di chiarezza e distinzione delle loro rappresentazioni. Su questa base è possibile individuarne tre tipi principali: quelle del tutto prive di coscienza (dotate di sole percezioni); gli animali, forniti di anima, ma in cui la coscienza del percepire si accompagna solo alla memoria (al ricordo del passato); infine, gli spiriti superiori, tra cui gli uomini, che possiedono la consapevolezza della propria identità, cioè la conoscenza di sé come esseri dotati di razionalità e di volontà. Gli animali e gli uomini sono, per Leibniz, aggregati di monadi coordinate da una monade dominante, la monade "anima" che è di livello superiore e che quindi possiede molta chiarezza e attività. Per spiegare le relazioni che intercorrono tra le monadi e tra queste e Dio, Leibniz suppone che, sebbene le monadi non si influenzino reciprocamente e non possano trasmettersi il contenuto delle proprie rappresentazioni, sussista però tra esse un'armonia prestabilita, voluta da Dio fin dall'atto della creazione del mondo. Dio avrebbe creato le monadi conferendo loro una caratteristica specifica, consistente nel fatto che agli eventi che si verificano nel percorso di una monade corrispondono eventi analoghi in un'altra, in un accordo perfetto determinato una volta per sempre e in eterno. In questo modo tutto l'universo risulta come l'opera di un supremo artefice, che ha predisposto ogni cosa con infinita saggezza.

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