CARTESIO E LA RICERCA DEL FONDAMENTO DEL SAPERE

CARTESIO E LA RICERCA DEL FONDAMENTO DEL SAPERE

Il progetto cartesiano:
Cartesio è considerato il padre della filosofia moderna per aver messo radicalmente in discussione il sapere tradizionale che aveva spostato il fulcro della ricerca filosofica sul soggetto e sulla razionalità. Cartesio viveva in un'epoca in cui c'era la crisi del pensiero tradizionale e l'apertura di nuovi orizzonti teorici in ambito anche scientifico. E così Cartesio si interroga sui meccanismi di funzionamento della conoscenza umana. Comincia a raccogliere informazioni sul meccanismo mettendo in dubbio l'intero sistema delle conoscenze. Lui afferma che manca un vero e proprio metodo sicuro e affidabile capace di guidare la conoscenza. La sua epoca fu caratterizzata da scetticismo ma lui non ebbe questo dubbio fine a se stesso ma voleva solamente sgombrare le opinioni false che si erano accumulate nei secoli e diffondere le nuove scoperte.

La formazione:
Cartesio nacque nel 1596 a La Haye nella Touraine in Francia e frequentava il collegio dei gesuiti di La Flèche, una delle scuole più prestigiose. Dopo un po' lui cerco autonomamente la verità e si diede alla lettura sui temi come la magia, l'astrologia, la chiromanzia, le parti della chimica e dell'ottica che illustrano come produrre effetti illusionistici tramite l'uso di specchi e lenti deformanti.

I viaggi:
Quando lui finì gli studi e ottenne il titolo di dottorato in diritto presso l'Università di Poitiers, Cartesio si arruola nell'esercito come ufficiale d'alto grado. Lui non era molto interessato al mestiere delle armi ma era interessato a conoscere uomini di diversi paesi e dei loro usi e costumi. In Irlanda incontrò Isaac Beeckman matematico e studioso di scienze. Ispirato da lui, Cartesio comincia a dedicarsi alle ricerche di carattere teorico. Lui fece tre sogni e diede un significato a quest'ultimi e cioè rinnovare tutto l'edificio del sapere, rifondandolo su basi certe e sicure.

Il periodo parigino e il trasferimento in Olanda:
Dopo la sua esperienza militare Cartesio si trasferisce a Parigi. Qui è in stretto contatto con il gruppo di intellettuali, scienziati e novatores (innovatori) e partecipano al circolo del padre Francescano Marin Mersenne. Questo periodo parigino è caratterizzato dallo studio di alcuni problemi scientifici e matematici. Poi dal 1629 Cartesio si trasferisce in Olanda Dove vive lì quasi per vent'anni. Qui lui riesce a condurre in libertà e tranquillità i suoi studi. Pubblica "mediazione metafisiche" dove diventa un documento fondamentale del dibattito filosofico del Seicento. Nel 1644 pubblica un'altra opera molto importante e cioè "i principi di filosofia", scritta in latino cosicché lo potessero leggere gli studiosi delle università e i teologi. Lui sostiene che quest'opera deve essere un manuale universitario in sostituzione dei vecchi testi aristotelici e scolastici.

Gli ultimi anni:
Cartesio non aveva un forte legame con il mondo, così prendeva tutte le informazioni importanti da gli altri suoi amici intellettuali per esempio anche da uomini di cultura e autorità politiche. Un rapporto di amicizia fu con la principessa Elisabetta che aveva conosciuto nel 1642. Col passare degli anni Cartesio si interessa sempre di più per i problemi etici. Poi nel 1649 esce la sua ultima opera a Parigi e cioè "le passioni dell'anima" dove vengono analizzate le principali emozioni che l'anima prova per effetto dell'azione del corpo su di essa. Cartesio muore da una polmonite contratta a causa delle rigido clima nordico nel 1650.

Modi e forme della scrittura cartesiana:
Cartesio dimostra una grande versatilità. Lui non disegna il pubblico riconoscimento ed è abilissimo nel patronizzare le varie forme della comunicazione. Nelle sue opere lui miscela sapientemente il latino e il francese. Cartesio usa anche l'intelligenza dei vari generi letterari per comunicare al meglio con il pubblico e raggiungere i propri obiettivi nell'epistolare il filosofo. Lui scrisse anche delle sue ansie e preoccupazioni della ricerca ma anche la difesa e il sostegno del proprio pensiero con degli attacchi dei suoi oppositori. Quindi usò la forma del dialogo. Attraverso la narrazione della propria vicenda geografica, affrontò quasi tutti i temi della sua filosofia.

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